venerdì 24 aprile 2015

Adiós

Adiós a calle Moratin, alla sua lunghissima salita per arrivare alla metro al mattino e alla discesa per tornare a casa, perchè tornare a casa è sempre un po' in discesa;

Adiós al mio vecchio appartamento di fianco allo stadio, alla mia amata/odiata ex coinquilina e alla sua scopa in culo,

Adiós al bus 120 cui dedicai un post tempo fa,

Adiós a Nuevos Ministerios, Anton Martin e alle altre stazioni della metro in cui più volte mi sono perso e in cui ho visto più umanità che in tutta una vita,

Adiós ai cantanti e suonatori in metro, e anche a quelli che facevano finta di suonare John Lennon,

Adiós ai tramonti sui punti panoramici,

Adiós alla donna delle pulizie che mi odia,

Adiós al vento gelido di merda di febbraio,

Adiós ai vecchietti che ti sorpassano in coda all'Escorial,

Adiós a Toledo e Segovia,

Adiós alle umide giornate di Bilbao e alla Pina,

Adiós alle porcate mangiate in strada nelle ore sbagliate in calle Atocha,

Adiós alle domeniche pomeriggio al Retiro, a tutti quelli in costume e ai bambini coi palloncini,

Adiós alla fantastica linea 10 della metro e alla puzzolente linea 1, adiòs pure alla 4,

Adiós alla mia cameretta dove perpetuava un clima umido tropicale intorno ai 28 C,

Adiós agli ambigui cassieri del Carrefour sotto casa,

Adiós ai bambini di coccio che mi tirano pallonate tutte le santissime mattine davanti alla scuola dove passo per andare al lavoro,

Adiós al ghiaccio nei succhi di frutta,

Adiós a tutti quelli che mi guardavano malissimo quando chiedevo le magliette del Rayo,

Adiós ai barboni dall'agenda fittissima,

Adiós a Puerta del Sol e a tutti i personaggi che la popolano, maghi, edward mani di forbice, predator, bart simpson e tutti gli altri,

Adiós a Plaza Mayor e a Fat Spiderman,

Adiós alla Fnac in cui nascosi un poster di Star Wars e mai lo ritrovai,

Adiós al Corte Inglés e ai sui millemila piani e scale mobili e open space del cavolo,

Adiós alle colazioni a buffet del sabato mattina,

Adiós a tutti gli yogurt dimenticati in fondo al frigo,

Adiós ai sopravvalutatissimi montaditos,

Adiós ai doppiaggi in spagnolo di film americani e alle traduzioni originali dei film che passavi delle mezz'ore alla fnac solo per leggerne un po',

Adiós alla ventosa Plaza Castilla, ai suoi grattacieli e ai pranzi e le cene in Calle Foxà,

Adiós ai film spagnoli sul divano con annesso pisolino,

Adiós alle tapas sulla Gran via al crepuscolo,

Adiós alle impossibili raccolte differenziate,

Adiós ai locali ambigui con gente nient'affatto ambigua,

Adiós ai bagni allagati,

Adiós alle persone conosciute subito e a quelle che avrei voluto conoscere prima, a tutto quello che ho visto e che avrei voluto vedere meglio, a tutto quello che sto dimenticando o che mi ricorderò man mano sfogliando le foto, gli scontrini, i biglietti, i volantini e tutto quello che mi sto portando via da qui.


"Io ne ho viste di cose che voi umani non potete immaginarvi:
ballerine di flamenco al largo dei bastioni di Cibeles,
e ho visto toreador o presunti tali balenare nel buio vicino alle porte di Sol.
E tutti quei momenti non andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia;

E' tempo di tornare."





mercoledì 22 aprile 2015

-2

Una volta la maestra Anna ci aveva dato un temino da fare che si intitolava "Minuti che sembrano ore, ore che sembrano minuti"; non ricordo bene che cosa avevo scritto in quel tema, ma cavolo ora ne avrei di cose da scrivere a proposito.

Mentre raccolgo piano piano tutte le robe da mettere in valigia, come nei migliori telefilm penso e ripenso a ogni foglietto, scontrino e biglietto da visita che mi ritrovo tra le mani, e che attaccherei
sul diario se ancora andassi al liceo; non capisco ancora se questi ultimi giorni sono lunghissimi o cortissimi. Sono normali probabilmente, anche se i pomeriggi in studio sembrano dilatarsi spropositatamente e le serate accorciarsi drasticamente.

Meno due giorni alla partenza, ok: hai fatto tutto quello che dovevi fare?
Eh, mi fossi fatto una lista ti saprei rispondere, ma diavolo sento che c'è stato tutto il tempo possibile e immaginabile, ma non è mai abbastanza, come sempre.
Cosa ho dimenticato? manca qualcosa.
Sol, plaza mayor, cibeles, fatto tutto...no no non fa parte di ste cose.
Hai preso tutto? guarda in bagno, nei cassetti, ecc....no no ma ste cose non c'entrano, smettila.
Quella sensazione di andare via e lasciare qualcosa indietro.
Forse è solo l'ansia dell'ultima volta: l'ultima volta in plaza Castilla, l'ultima volta in centro, davanti al Prado, in metro, l'ultimo saluto a gente che manco sa chi sei ma che vedi tutte le mattine, l'ultimo saluto a quelli che hai conosciuto qui, l'ultima foto insieme.

C'è qualcosa che mi sfugge, che non riesco a vedere, toccare, focalizzare.
Mi metto a nanna con sta cosa in testa, ma poi mi viene in mente che qualsiasi cosa sia va bene, perchè allora dovrò tornare a riprenderlo prima o poi; tanto per citare Baricco,

un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.

All'ottavo piano di un palazzo in plaza de Castilla, domenica sera la nostalgia entrava in casa attraverso nuvole e caminetti all'orizzonte, e noi che a febbraio li vedevamo così brutti, ora ci sembrano bellissimi:



Una mia amica diceva che se sei un po' così allora evita di ascolare, tra le altre cose, gli Interpol; al diavolo.




...
....
.....merda, ecco cos'era!
Un altro yogurt abbandonato in fondo al frigo! DI NUOVO!!

lunedì 20 aprile 2015

Ci vuole molto allenamento sai, allenamento sai

"..Giacomo Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez, riconosciuto colpevole dei seguenti reati:
 omicidio; rapina a mano armata contro privati, banche e servizi postali di Stato; furto di oggetti sacri; incendio doloso di una prigione di Stato; falsa testimonianza; bigamia; abbandono del tetto coniugale ed incitamento alla prostituzione; rapimento a scopo di estorsione; ricettazione; spaccio di monete false; uso di carte da gioco e dadi truccati; aggressione e lesioni a danno di privati, magistrati e pubblici ufficiali di Contea, Distretto e Stato; non aver più aggiornato il blog da una settimana."

Eddai su, mica era un patto di sangue.

Comunque, dopo questi terribili capi d'accusa ecco alcune news e aggiornamenti di questi giorni a tratti monotoni e a tratti concitatissimi, in particolare di venerdì scorso.

Dopo praticamente una settimana di nuvole, pioggia e freddo (faccina scazzata), finalmente venerdì è uscito verso mezzogiorno un timido sole: dal momento che si avvicina inesorabilmente la mia dipartita, i miei capi mi hanno proposto di andare fuori a pranzo insieme a tapear.
Ma claro que sì!
Muy bien, dal momento in cui l'hanno proposto al momento effettivo in cui siamo saliti in macchina per andarci, il mio buco nello stomaco ha iniziato ad espandersi esponenzialmente raggiungendo la massa critica di un buco nero (ma sai almeno cosa stai scrivendo? ovvio, no).
Buco nello stomaco che è stato parzialmente quietato da un bicchiere di vermouth offertomi nel mentre che la mia capa si faceva bella, e qui sorvoliamo.
Dunque imbocchiamo la superstrada interurbana per raggiungere il centro, e mi ritrovo catapultato in Speed, solo che invece di Keanu Reeves e Sandra Bullock sono con due signorotti di mezza età della Madrid Bene che sfrecciano tra le auto zigzagando suon di sorpassi che manco fossimo inseguiti da tutta la polizia di Gotham city.
La nostra Batmobile raggiunge infine la piazza dove c'è la Fuente del Neptuno, e ho detto Batmobile non a caso, dal momento che ci buttiamo nel parcheggio sotterraneo, anzi nella Bat Caverna a una velocità che manco Max Pezzali al suo appuntamento di Sei un mito poteva immaginare.
Un po' frastornato iniziamo la nostra Ruta de Tapas in un bar più bello dell'altro: iniziamo con birra e spidini di olive, peperoni, acciughe marinate e acciughe salate che magari possono sembrare nulla di che, ma diavolo erano buonissimi.
Nuovo giro, nuova corsa: nel bar a fianco, altra birra e polpo alla gallega con patate: strabuonissimo.
Alla terza birra del terzo bar la mia non esattamente leggendaria resistenza all'alcol comincia a farsi sentire, e il mio capo mi rimpinza di chorizo, chistorra e altri salumi fantastici.
Esco un po' provato e ci spostiamo in plaza Santa Ana, una bella piazzetta circondata da bei palazzi e con tanti bei caffè intorno: insomma, tutto bello, e ancor di più in questo pomeriggio di sole e piante fiorite: seduto a un tavolino in mezzo alla piazza con un caffè, mi accorgo di stare abbioccandomi ma proprio di brutto mentre loro mi parlano, con la combo vermouth + 3 birre + calduccio del sole + dopo mangiato.
Con una fatica immane porto a termine questo pomeriggio trascinandomi stancamente verso casa, dove vengo letteralmente braccato dall'inquilina del piano terra che avevamo conosciuto la sera prima, e che mi offre una birra nel suo appartamento mentre mi parla parla e parla ancora;
Non so se si è accorta che ero appoggiato sul tavolo con la mano davanti agli occhi chiusi e annuivo.
Intanto gli altri ragazzi mi dicono di raggiungerli al tempio di Debod, vicino a Piazza di Spagna, per vedere il tramonto: le possibilità sono due...o salgo in appartamento e mi metto sul divano a dormire fino al giorno dopo, o vado da loro e mi ripiglio.
Dal momento che forse è l'ultimo tramonto madrileno che vedremo tutti insieme, decido di raggiungerli così almeno digerisco un po' va!
Beh un tramonto così non si vedeva da qualche tempo, e tutti insieme è stato ancora più bello.
Torniamo verso casa dopo questo venerdì enogastronomico passeggiando per alcune viuzze molto belle del centro storico in cui non ero mai stato; la luce del crepuscolo, come si vede qui sotto, rende tutto ancora più bello.



Ultimo weekend, ultime canzoni allegre! Poi metteremo qualcosa di più struggente, tranquilli.


Ah comunque le famose magliette del Rayo le ho trovate alla fine eh!
Tarocche, ok, ma comunque le ho trovate.


domenica 12 aprile 2015

Rosa Rosae Rayo

Le prime due settimane di questa vita spagnola mi sono sembrate lunghissime; speriamo tutti che lo siano altrettanto queste ultime due.
Perchè? Perchè sì.

Questo weekend ho avuto una mission impossible da compiere: che poi alla fine, non ho compiuto, e dunque impossible resta.
La quest è la seguente: comprare la maglia del Rayo Vallecano, che per i neofiti come il sottoscritto sarebbe la terza squadra di calcio di Madrid.
Bene, dai, facile penso. Beh, nulla di più sbagliato.
In una capitale con tipo quattromila negozi di souvenir e magliette da calcio, tipo quattromila negozianti di souvenir e magliette da calcio mi hanno riso in faccia appena pronunciavo Rayo; i più spudorati mi rispondevano con PFFF no no, no rayo aquì, PFFF (fanculo te e il tuo negozietto di stoxxxxo), altri gentilmente mi dicevo Spiacente, qui abbiamo solo magliette del Real e dell'Atletico, anche del Barcellona se vuoi, ma no Rayo...prova al piano sportivo del Corte Ingles.

E andiamo a sto Corte Ingles.
A parte che ho passato tipo mezz'oretta buona al piano dei giocattoli a guardare un sacco di cose di supereroi e lego, accidenti che fortunati i bimbi di oggi! Poi mi è venuto in mente il mio sottomarino lego giallo con sistema pneumatico per muovere le tenaglie, che da solo gli fa il culo a tutti sti giochi messi insieme, tiè.
Vabbè insomma, vado nel reparto sportivo e vedo scaffali e scaffali di magliette da calcio: è fatta, dai.
Scusi, magliette del Rayo?
Mmmh...no, mi spiace. Quelle le hanno solo al negozio officiale, che è nel loro stadio.
OK. Bene. Fantastico.
Andando via un po' stizzito, noto negli scaffali le magliette della Roma, Juve, Manchester, FIORENTINA (???) e come se non bastasse, pure quella di Del Piero del SIDNEY, capito? E non c'hanno sta cacchio di maglietta della squadra di Madrid.
Che poi non è neppure una squadra di serie C eh...cioè, gioca nella Liga.
Bene, comunque sfida accettata.

Livello finale: stadio Rayo Vallecano, linea 1 della metro, zona sud est di madrid, domenica pomeriggio.
Esco dall'uscita della metro con l'aria di un cowboy che si appresta ad un duello sul terreno polveroso davanti al saloon, e mi dirigo verso lo stadio.
Nessuna macchina per strada.
Negozi chiusi.
Nemmeno una persona manco a pagarla in giro.
Silenzio da città fantasma.
Semafori che diventano rossi e verdi per nessuno.
Covoni che rotolano davanti a me.
Lo stadio è immancabilmente chiuso, ci giro attorno per cercare questo fantomatico negozio ufficiale....che ovviamente è CHIUSO.
...

Ma porc..

Mi segno l'orario, tornerò in settimana.
E avrò la mia vendetta, in questa vita nell'altra (cfr. Massimo Decimo Meridio).

Nel frattempo, torno verso il centro ascoltando questa per tirarmi su!



Ah e poi sono passato davanti a questo palazzo, che visto così sembra un pezzo di un castello con storie di draghi e cavalieri, in realtà è un palazzo bellissimo che si trova in centro, e al piano terra c'è pure un bar carissimo, tanto per non sbagliarsi.



....
pure quella del Sidney c'avevano, capito? del Sidney.

giovedì 9 aprile 2015

Pasqua pacifica

Visto che oggi è piovuto e fa tipo freddissimo (di nuovo), mi va di parlare in differita dell'ultima giornata di sole seria che ha fatto, ovvero domenica scorsa, Pasqua.
A dire il vero ha fatto anche un sole esagerato lunedì che era pasquetta, ma visto che qui pasquetta non si fa e io quindi sono andato al lavoro, non conta.
E non conta a maggior ragione perchè in qualsiasi social era pieno di foto di gente che faceva braciolate da proloco e si svaccava in prati che sembravano fantastici: è il momento della citazione colta di Pulp Fiction, Ezechiele 25:17 "E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno".

Vabbè comunque il la mia pasquetta me la sono fatta in anticipo domenica pomeriggio dopo un fantastico pranzo gli altri ragazzi a base di trofie col pesto genovese gentilmente offerto dalla nostra coinquilina; vabbè, sai che roba...
Fidati: dopo due mesi della roba che mangi qui, SI', é una roba fantastica.

Comunque, l'idea di andare al Retiro il pomeriggio di Pasqua non era proprio delle più originali, più o meno ci aveva già pensato mezza Madrid, però è proprio qui davanti e poi dai il parco è grande e c'è posto per tutti; per non sbagliarci scegliamo un pezzo di pratino e dopo un po' sentiamo che tutti i gruppetti e le coppiette intorno a noi parlano italiano, vabbè ma allora ditelo.
Comunque il bello di ste situazioni secondo me è vedere la moltitudine di genere umano che c'è: quelli che dormono, quelli che gridano, quelli che giocano a pallone, gli hippie con la chitarra e i tamburi, quelli che fanno break dance e quelli che giocano a scala 40...no aspetta, quelli siamo noi.

Tanto per farvi un confronto con le altre foto del parco che avevo messo a febbraio, domenica i viali erano tutti così.



Il laghetto nel parco è pieno di barchette con romantiche coppiette, solo che sono troppe barchette e di romantico forse c'è rimasta solo la voce di Edith Piaf che esce dagli altoparlanti intorno, seguita subito da quella di Michael Jackson giusto per accontentare un po' tutti; però si sta troppo bene...quasi quasi mi faccio un bel pisolo e mi sveglio verso le sei emmezza, abbastanza rintontito, in un clima generale da domenica pacifica che dici Beh, dai domani è lunedì, ma lo dici con una leggera malinconia mista alla sensazione che se tutte le domeniche fossero così, allora dovrebbero durare un po' di più, anche solo un pochino.

Ci sarebbe stata bene nell'aria qualcosa del genere.



martedì 7 aprile 2015

Bilbao days / 3

Sabato: nuvole, freddo e pure un po' di pioggerellina.
Aò due giorni di sole a Bilbao, non v'allargate troppo eh.
Due parole sull'ostello: centralissimo nel centro storico, palazzo molto bello e antico, porte massicce, scala di legno.
Quarto piano, no ascensore. Praticamente credo che sia semplicemente la casa della Pina (vedi ieri) riadattata a ostello.
Le camere sono piccine ma ce ne sono tante, tipo otto, con due bagni in comune: uno vero, l'altro finto (dal momento che non c'è l'acqua calda ed è allagato una sera su due). Vabbè.

Dunque dicevo, scendo a fare colazione in un bar molto caruccio e poi viiiia, verso il Guggenheim! (furbone, me lo sono lasciato per un giorno di pioggia).
L'idea non è proprio originale, visto che più o meno l'hanno avuta tutti: ma io sono più furbo, arrivo sul presto ed entro traaanquillamente con zero coda e pure con lo sconto studenti, che ti fa sempre ben disporre verso tutto e tutti.
Allora, sto museo in effetti è proprio bello, sia fuori che dentro.
Ripeto: il museo.
Perchè di quello che c'è dentro al museo, non ci ho capito una CENSURA.
Senti un po' ciccio bello, è arte moderna, cosa ti aspettavi? ok ok, sbaglio mio.
Ma io sta roba non è che proprio ci vado matto, ok ci sono cose curiose, carine, ma cacchio una sala enorme vuota bianca con due fili di ferro in mezzo per me è troppo.
Dicevo del museo: dentro è un misto di pareti curve lisce e bianche, miste a travi di acciaio, torri di ascensori di vetro e cose così, molto bello e suggestivo.
Ritornando alla mia idea originale del giorno, dicevo che pochi altri hanno avuto questa fantastica idea, come si vede dalla figura sottostante:



Comunque uscendo sono tornato verso l'ostello, e tra la giornata nuvolosa, la pioggerellina fine che non si capisce se aprire l'ombrello o meno, e quella malinconia di fondo che attanaglia non solo tutta Bilbao, ma in generale l'ultimo giorno di ogni viaggio, sembrava di sentire questa nell'aria.


Final comment su Bilbao: piaciuta molto.
Quando sti baschi dicono che non sono Spagna, che vogliono l'autonomia e altre robe hippie del genere, in effetti si vede e si sente che hanno un carattere proprio forte.
Sono stato due volte a Barcellona, e la stessa cosa detta dai catalani mi ha sempre fatto un po' sorridere, come la roba della padania ecc.
Mentre a Barcellona ti sembra comunque di essere in Spagna, qui si sente proprio qualcosa di diverso, come in Scozia direi.
Per uno che è stato due mesi nella capitale, a Bilbao mi è sembrato di andare di nuovo all'estero: a parte il clima, è proprio un insieme di cose, i palazzi, la gente, i posti, la malinconia, l'isolamento abbastanza pesante di queste terre e le musiche che sentivo nei bar e nei negozi fanno sì che prima o poi una capatina fin qui la faccio di nuovo.

lunedì 6 aprile 2015

Bilbao days / 2

Venerdì: un inatteso sole ci sveglia tra i vecchi palazzi del centro storico, ed è bellissimo scendere e girare per le stradine vuote e finire in una piazzetta a fare colazione. Ok l'accento basco si sente e non mi fa capire quasi nulla di quello che dicono le persone, ma qui in tutti i locali e bar sembrano molto più cordiali e ben disposti verso noi poveri turisti...voglio dire, non eravamo più abituati alle normali cortesie per gli ospiti, dal momento che a Madrid ti trattano in quasi tutti i locali male e abbastanza scazzati (davvero eh).
Per cui niente, faccio un bel giretto per il centro storico, pieno di palazzi con bowindow colorati di legno che ci piacciono tantissimo (grazie, vacci tu sul terrazzo scoperto col freddo che fa da ste parti), stradine di selciato e, ancora, non un anima in giro: ma che cacchio succede?
Nella piazzetta vicino al nostro ostello parte una scalinata molto lunga che finisce su una collina dove c'è la chiesa di stiqaatsi, tappa del cammino di Santiago comunque, visto che ci sono le piastrelle per terra con il logo del cammino; con un pelino di fiatone arrivo in chiesa giusto il tempo di sedermi
5 secondi 5 e farmi espellere dalla suddetta da una signora delle pulizie che dice che stanno chiudendo.
Ma sono le due del pomeriggio del venerdì santo! cioè, allora chiudiamo pure a natale e bom, no?
Evidentemente i miei rapporti con le donne delle pulizie in generale sono complicati, avrete capito.
Tamen; tre pinchos in un bar-elegante-della-crocetta ma con musica rock punk (??) dopo, e prendiamo la metro per andare al mar!

Della serie Forse non tutti sanno che, Bilbao NON è sul mare, come pensava il sottoscritto, ma QUASI sul mare.
Indi per cui ti prendi la tua bella metro, e ti fai venti minutini con fermate sottoterra e in superficie, ti porti un bel plaid per la spiaggia e pure le carte, che ci scappa un briscolone in riva al mar, che punk che siamo.
L'impatto con il golfo di Biscaglia è di quelli che tolgono il fiato: alte scogliere, grandi e vuote spiagge, surfisti, onde, mulini a vento e ovviamente vento, vento e vento.
Roba tipo Irlanda, oceano, Dover, Finisterre, cose così no? Bellissimo.
Alzi la mano chi ha letto Oceano Mare...così pochi?molto male. Subito in cameretta a leggerlo, tutti quanti! Beh comunque la locanda Almayer qui ci starebbe proprio bene.
Solo che ore 15:20 sole;
15:21 qualche nuvola e vento;
15:22 nuvolosissimo e gelo.
Vabbè ma allora ditelo.

Comunque si parla di ciò:



Risalendo un po' la foce del fiume e il porto, mi imbatto in una roba bellissima di cui ignoravo l'esistenza: il ponte di Vizcaya.
Trattasi di un ponte trasportatore (eh?controllate, sono andato a vederlo pure io), che tra l'altro è pure patrimonio UNESCO: roba forte (a parte che ormai qualsiasi cosa è patrimonio unesco, ma vabbè).
Beh ma vuoi mica lasciarlo lì dove sta e fargli solo due fotine? Giammai! Piglio il biglietto, salgo con l'ascensore e mi ritrovo sulla passerella sospesa in alto ad attraversare il ponte; c'è da dire che tira una bella arietta gelida neh.
Scendo dall'altra parte e decido di tornare indietro con la gondola, cioè la parte basculante dove vengono anche trasportate le auto, e tornando scopro che tutto sto ambaradàn l'ha progettato un discepolo di Eiffel; effettivamente la somiglianza si nota. Mi pareva.
Dopo aver chiesto in un bar una chocolate caliente e aver ricevuto un bicchiere con latte al cioccolato e ghiaccio (sti spagnoli NON CE LA FANNO PROPRIO), ritorniamo nella nostra bella cittadina basca con tanti turisti in più: difatti essentdo venerdì santo penso che sia arrivata
un fracco di gente per farsi i tre giorni di vacanza per pasqua.
Tornati in ostello, ringrazio la signora Pina (la vecchietta dell'ostello, ndr.) per aver messo i termosifoni a palla così da starmene  tutto bello al calduccio in un clima quasi tropicale.
Quanto ci piace.

In questo pomeriggio di sabbia, vento e onde non può che venire in mente codesta, che ci sta muy bien.


domenica 5 aprile 2015

Bilbao days / 1

Gruppo vacanze piemonte in gita /4:
Ahbbbello 'ndo sei stato tutto sto tempo?
Gente, sono andato 3 giorni a Bilbao, oh yeah; questo è il mio reportage dai Paesi Baschi, giorno per giorno.

Giovedì: partenza all'alba con il bus (anzi, vista l'eta media della gente che c'era sopra, sarebbe meglio dire "la corriera", e ce semo capiti).
Tempo cinque minuti di viaggio e mi addormento subito, fuori tanto è ancora buio; mi sveglio verso le 10 a Burgos, tappa intermedia del viaggio per pausa caffè e pausa pipì soprattutto; il tempo di constatare che fuori ci sono 5 gradi (eccheccacchio daiiii), dire un ave maria perchè a Bilbao faccia un po' più caldo, e ripartiamo alla volta della nostra meta.
Vabbè fatto sta che due ore di pisolo dopo arriviamo a Bilbao col sole e ben 15 gradi, fiùùù; la stazione dei bus è dalle parti dello stadio, un po' lontana dal centro e dall'ostello, per cui proviamo a prendere la metro.
Cemento, vetro e acciaio: la metro di Bilbao è bellissima...momento, momento; fin troppo. Una breve ricerca dopo e scopro che è stata fatta dallo studio di Foster e che ha vinto diversi premi...ah ecco, mi sembrava.
Beh comunque l'incontro con la lingua locale è traumatico: non si capisce niente e dico niente di niente, a partire dal nome delle fermate scritte in basco e spagnolo...tanto per fare il confronto ecco, niente in comune. Sembra un misto tra parole turche, balcaniche e dalla mia poca memoria scandinava, pure finlandesi, toh!
Comunque riusciamo a raggiungere l'ostello nel centro storico, inaspettatamente in posizione centralissima, e quindi tocca fare un primo giretto di perlustrazione; dal centro storico ci spostiamo verso la zona più nuova, costeggiando il fiume e arrivando al ponte di Calatrava, una passerella strallata e bianca sopra il fiume molto suggestiva.
Dall'altra parte del ponte si intravedono le forme del Guggenheim; camminiamo fino ad un parco molto tranquillo, e le prime sensazioni sono proprio queste: tranquillità mista quasi a desolazione...negozi chiusi per le feste (ma non dovrebbero essere aperti proprio per le feste? i turisti quando vengono scusate?), e pochissima gente in giro.
Tornando indietro passiamo dal Guggenheim, per vederlo e fare due foto come si deve: beh decisamente molto figo, nulla da dire!
Lì un po' di gente c'è in effetti, tutti che si fanno foto dal ragno gigante e tantissimi, purtroppo, sempre col cacchio di bastoncino per i selfie.
Da una piazzetta lì nei paraggi si può prendere la funicolare per andare a vedere il panorama della città dall'altro: subito!
Si arriva in un bel punto panoramico da dove si scorge anche il mare laggiù in fondo: ci si accorge delle dimensioni non esagerate di Bilbao, che in effetti rispecchia l'impressione che mi ero un po' fatto: grande, ma manco troppo.
Tornando più tardi verso l'ostello ci imbattiamo in una delle "tipiche" processioni religiose della settimana santa, con gente incappucciata che sembra proprio roba da KKK, ma di cui mi devo ancora informare...beh ad ogni modo sono a metà tra il ridicolo e l'inquitante, bocciati.
Il giretto in notturna rifletta anche quello che avevamo visto al pomeriggio: pochissima gente in giro, bei palazzoni e un Guggenheim che credevamo tutti fosse illuminato molto meglio e che invece rimane un po' al buio.
Impressione generale comunque molto positiva: Bilbao ci piace.

Vabbè ok la prima foto è di sto museo, che tanto lo volevate vedere tutti!


Da un'altoparlante vicino a una delle installazioni (meditate gente, meditate) usciva questa musica che avevo già sentito, e mi ricordavo infatti che aveva un video bellissimo! E poi era abbastanza adatta a tutta sta modernità di acciaio, vetro, titanio e cemento.
Ma una bella cassapanca di legno in entrata no?


mercoledì 1 aprile 2015

Quell'odore di ora legale

Quando lunedì mi sono alzato alle 7 e ho visto il buio fuori dalla finestra, tristezza a palate.

Quando lunedì sera sono tornato a casa e uscendo dalla metro c'era ancora il sole, beh come tutti sono stato catapultato immediatamente nel mood estivo.

Ma che bello è?
Ma non è solo il sole; è che qui da qualche giorno fa già caldo, e allora si aggiunge il fatto che ci sono tutta una serie di profumi e odori che dici Aaaah, quanto tempo.
Il vento caldo e le maniche corte.

Questa è la profonda e azzurra scollatura a V della mia via verso le 8 di sera:


...e poi come si fa a non canticchiare wonderwall col tramonto in faccia?


lunedì 30 marzo 2015

Due mesi in Due giorni

Caspita qui il tempo vola eh.
Ok è qualche giorno che non aggiorno il blog, per cui ecco un breve riassunto delle puntate che sono trascorse, premesso che non ho più scritto anche perchè durante la settimana ormai sono entrato in una fase dello stage abbastanza routinaria e quindi piuttosto che raccontare cose a volte magari forzate o inventarsene altre...meglio evitare!

Mercoledì: cinema-perchè-costa-meno, sottostando al volere della maggioranza ho visto una commedia dalle tematiche un po' trite e ritrite, "Perdiendo el Norte"; non che non mi andasse bene, ma porcavacca nella sala di fianco davano Blade Runner-versione restaurata-ecchccacchio!
Va beh comunque storia di due ragazzi spagnoli in cerca di fortuna all'estero (Berlino, che originalità), tra amori, delusioni, speranze: carino, nulla di che, insomma: giovani, carini e disoccupati come si dice - Ehy ma voi che cavolo ci fate a Madrid? Touchè.

Giovedì:invitati/imbucati a un compleanno di una ragazza spagnola, con suoi amici con cui abbiamo poco o nulla a che vedere;
Della serie Vabbè, almeno vediamo un po' di gente! Che va sempre bene - o quasi.

Venerdì invece sono venuti a trovarmi i miei, per cui ho fatto un bel ripassone di tutto quello che ho visto e fatto in questi due mesetti; anzi, sabato sono tornato a Toledo con una giornata a dir poco splendida e calda (pomeriggio VENTINOVE gradi), sempre bellissima!
Un po' più piena di turisti, con la cattedrale tutta bella addobbata per la domenica per le palme e poi per pasqua. Stavolta sono andato in treno, e ho visto la bellissima stazione ferroviaria, l'altra volta me l'ero persa.
Ieri invece (domenica) super giro turistico con i grandi classiconi: Rastro, Plaza Mayor, Palazzo Reale, Plaza di Espana, Gran Via, Mirador del Palazzo di belle arti, Plaza de Cibeles, Puerta de Alcalà, Parco del Retiro e Caixa Forum: è record signori!

Come dicevo, due mesi in due giorni.
Fantastico.

Questa è una veduta di Toledo di sabato: no, tanto per dire.


Appena uscito di casa stamattina, risuonava fuori da un bar;




martedì 24 marzo 2015

Sonno

Oggi giornata luuunghissima; sarà per il fatto che noi abuelos non siamo abituati ad andare a ballare il lunedì sera (ma nemmeno tanto le altre sere eh).
Comunque dopo aver dormito 3 ore o poco più, mi sveglio inaspettatamente bene, faccio colazione e vado in studio come al solito; la cosa è sospetta.
Tranquilli comunque...dopo pranzo accuso il colpo in maniera violenta e improvvisa; si comincia con una serie di sbadigli a ripetizione, seguiti da stormi di stropicciamenti di occhi e cambi di posizione sulla sedia sempre diversi per tenere un po' di attenzione....appena la mia tutor esce per pranzare, è la fine. sposto il pc, prendo la giacca e la appallottolo sulla scrivania, mamma quanto è comoda....solo cinque minuti, su. Tolgo pure gli occhiali.
Il mio cocktail tropicale ad una festa in costume con tema gli anni 30 viene interrotto bruscamente dallo squillo del telefono che mi fa svegliare decisamente rintontito -ciccino, 'ndo sta la differenza?- e alle ore 15:54; penso che  se fossimo stati d'estate a quest'ora avrei digerito con i simpson, dragonball e una puntata di buffy pure (qualche anno fa eh).

Vabbè comunque stasera sono andato con alcuni amici in zona Latina, quartiere multietnico, movimentato e pieno di locali; visto solamente qualche stradina, una chiesa e il locale dove siamo stai, ma sembra tutto molto carino; innumerevoli persone che portano a spasso il cane (ce n'erano in ogni dove), insomma sembra un quartiere molto vissuto e sincero.
Tornando a casa ieri comunque ho notato sotto casa questo simpaticone:


In barba a tutte le canzoni latineggianti di ieri sera, toh.


domenica 22 marzo 2015

Voi crescete pure, io vi raggiungo.

Ok, qui abbiam messo il turbo alla voce Musei.
Allora: weekend brutto, nuvoloso, piovoso e pure freddo...quindi, diamo una botta a sti musei che restano va!
Venerdì pomeriggio, come da post precedente, Prado, che abbiamo già snocciolato; ieri pomeriggio invece è toccato al museo archeologico nazionale, in piazza Colòn, a circa un quarto d'ora a piedi da casa mia: massì, faccio due passi va! che tra prendere la metro, attesa e cambio ci metto di più. Esco tutto bello trullo che le nuvole cominciano giustamente e puntualmente ad addensarsi....non appena sono abbastanza lontano da dire No, ormai non torno più indietro a prendere l'ombrello, si mette
a diluviare, ma porc...corri Forrest!
Bene, quindi arrivo al museo tutto bello zuppo; almeno è gratis, giusto per risollevare l'umore.
Boh comunque non è nulla di speciale per i non-appassionati del genere (come il sottoscritto), in compenso il museo in sè è molto bello (come edificio, struttura ecc.), dev'essere anche abbastanza nuovo, controllare.
La sera invece sono andato a sentire una band in un locale minuscolo che faceva musica funky-blues....bravini, ma affondati in pieno sulla scelta delle cover: non mi puoi, e lo dico di nuovo, non mi puoi fare come cover la prima canzone dei maroon5 (oddio, cantata maluccio pure) e somewhere over the rainbow solo per acchiappare un po' il pubblico e mettendo in mano al chitarrista un ukulele portato tra l'altro solo per questa canzone, evitiamo va; per il resto bravi.

Ma ecco che arriva il pezzo forte della domenica: il museo di scienze naturali, oh yeah.
Ok, questo non era gratis, ma esibendo la mia ormai scaduta (sigh) tessera del Poli, super sconto che fa iniziare bene la visita.
Età media del pubblico: 5 anni (me compreso); infatti, bambini dappertutto e dico dappertutto, ti sbattevano pure nelle gambe.
Beh ma che diavolo, troppo bello! Ok io sono di parte perchè mi piace il genere, comunque ci sono un sacco di animali imbalsamati o ricostruiti -oh, vabbè mica è uno zoo-, con delle collezioni sterminate di insetti bellissimi, tutto corredato da pannelli descrittivi finalmente un po' interessanti e leggibili.
Non mi ricordo di essere stato in un altro museo di scienze naturali, ma sembrava proprio il classico museo che si vede in alcuni film - Una notte al museo, per esempio.
Bello, promosso.

Questa comunque è una foto dell'atrio di ingresso del museo archeologico, molto elegante:


Tornando a casa dal centro ho sentito in un negozio gli smiths, e l'ho canticchiata fino a casa; dice il saggio che se senti Morrisey in un negozio è indice di qualità...no dai, lo dico io.


Ah e poi nel museo c'era anche tutta una parte di scheletri di dinosauri, fossili e meteoriti.
Strafico.
Voi crescete pure, io rimango ancora un po' qui.

venerdì 20 marzo 2015

Meglio prado che mai

La lista delle cose belle di quando tutta la spagna fa il ponte (visto che ieri era festa) e tu, povero stagista, NO, si riassume alla fine in una e una soltanto: al mattino la metropolitana è vivibile, a differenza degli altri giorni,e un piccolo sorriso tuttavia ti viene, ma sparisce subito se pensi che è vivibile perchè sono tutti a letto a dormire e tu no.
Comunque.
Vabbè dai comunque è nuvoloso, fa freddo, tira un ventaccio e a tratti piove pure, per cui un grande e caloroso saluto a tutti quelli che si sono presi il ponte per godersi la giornata in città, magari al parco con la propria bella - tiè.
E tanti saluti pure all'eclissi, ma vabbè dai ci riproveremo nel 2026, tanto è lì.

Tornando a casa presto, decido finalmente di sfruttare la brutta giornata per fare questo immane sforzo di attraversare la strada davanti a casa mia e andare al Prado - ta ta taaaa (musichetta trionfale),
a maggior ragione perchè dalle 18 alle 20 tutti i giorni è aggratis - TA TA TAAAA (musichetta ancora più trionfale),
il che rende qualsiasi cosa decisamente più piacevole.
Bene signori, sappiate che il Prado è una sfida di strategia e preparazione: infatti io sono entrato all'acqua di rose, senza una strategia precisa, una mappa, un'audioguida, nada de nada, credendo ingenuamente che ci fosse un percorso da seguire, come più o meno dappertutto d'altronde, ma Ehi! ultime notizie: NON E' COSI'.
E' tipo un museo open space, capito? tutte le stanze che comunicano con le altre su tre o quattro lati, ma dai non si può!
'Il turista medio (e qui mi identifico totalmente oggi) è pigro, e vuole essere guidato' (Design dell'esporre, prima lezione, febbraio 2008 purtroppo), per cui uno si perde, non ha un ordine da seguire e di conseguenza si stufa molto presto.
Ma lo sai che sei un pelo quadrato quando fai così.
Ok, non è che voglio le frecce luminose per terra eh, ma un minimo di indirizzamento ecco, almeno una piantina con il percorso consigliato, cose così.
Bah.
Bilancio: entrato alle 18,30, uscito alle 20, piano terra visto confusamente, piano primo due o tre sale, i dipinti più famosi più o meno fatti tutti.
Il Thyssen è molto meglio.

Questa è una foto dell'atrio iniziale, da dove si può andare tipo in dodici direzioni diverse per iniziare la visita in molteplici modi, e uno pensa sempre che stia sbagliando.


No ma comunque bello eh, per carità.

Comunque c'ho sta canzone in testa da ieri che l'ho sentita in un negozio, e quindi tututututututututututututuu


mercoledì 18 marzo 2015

Tasto destro -> svuota cestino

Certo che sta cosa della spazzatura dev'essere proprio una cosa complicatissima.
Cioè possibile che non solo ogni paese ha le sue regole diverse dalle altre, ma pure all'interno di ogni città, di ogni quartiere, di ogni stradina e di ogni palazzo le regole siano diverse le une dalle altre?
Tipo matriosca.
Per esempio, nel palazzo dove ero prima, dallo stadio Bernabeu, la basura si lasciava fuori dalla porta
dell'appartamento dalle 18 alle 19.30, che passava il portinaio a prenderla: differenziata o no non si è mai capito bene: il vetro ok, facile, facevamo un coso a parte; carta e plastica insieme, chissà perchè, e poi tutto il resto. Ma che è? Risposta secca della mia simpaticissima e precedente coinquilina
'Qui facciamo così, se vuoi fare diversamente puoi fare i tuoi sacchettini e poi metterli
di fianco ai nostri. E' arrivato coso, è arrivato.'
Ok, e per pulire per terra posso usare la scopa che hai infilata su per il culo? Eddai, su.
Vabbè comunque girava così, e per strada c'era solamente qualche cestino appeso ai pali della luce, di quelli piccoli.

Qui in centro invece non è che abbiamo capito bene come fare di preciso preciso, ma praticamente di giorno non esistono cassonetti in giro; al calar delle tenebre si materializza più o meno  misteriosamente un cassonettino stretto e lungo, tipo quelli piccolini della carta per intenderci.
Ora: in un cassonetto piccolo così ci stanno sì e no tre o quattro sacchi della rimenta impilati uno sull'altro, ma....ehi, ultime notizie: il nostro palazzo ha almeno 10 appartamenti, e in ognuno c'è almeno un sacchetto della rimenta al giorno, praticamente.
Che poi io lo so come funziona: funziona che ci sono le vecchiette del palazzo appostate sul balcone, che tengono d'occhio il momento esatto in cui appare il cassonetto, presumibilmente intorno alle 18, 18.30, e ZAC! in un lampo lo riempono subito, con un ghigno di soddisfazione, ci giuro.
'Oh, anche oggi abbiamo intasato qualcosa. Missione compiuta.', e si danno il cinque, scommetto.
Risultato: quando torno a casa tutte le sere verso le 20, trovo sistematicamente il cassonetto già strapieno. Maccheccacchio!
Oltretutto non c'è una campana del vetro nel raggio tipo di 800 chilometri, quindi le nostre belle bottiglie messe tutte da parte ci tocca metterle ogni tanto una o due in qualche sacchetto, che tatticona.

Vabbè insomma la morale è che quando scoppierà la rivoluzione e ci toccherà fare le barricate con i cassonetti in strada, noi sfigati di calle Moratin avremo un cassonettino della carta in 120 per ripararci, ma ci faremo furbi e useremo le vecchiette come barricate.
Abbelle, la ruota gira.

Nella foto di oggi, vediamo un bizzarro alberello burlone al parco del Retiro che spia da dietro una siepe due turiste. Guarda che non sei piccolo eh, ti vedono.



Ieri comunque era San Patrizio, che poi è solo una scusa per bere birra più del solito, ma va bene eh, ci manca. Per cui ci sentiamo un'altra canzone dei Pogues, ye ye!


Tornando a casa c'era anche una ragazza in metro che suonava musiche irlandesi col violino, molto brava.
Devo imparare a suonare il violino, accidenti.

domenica 15 marzo 2015

Giro di boa

Ridendo e scherzando, siamo giunti a metà di quest'eserienza spagnuoleggiante: oggi è la fine della sesta settimana.
Da una parte sembra che mi sia appena sistemato, dall'altra se penso ai primi giorni di febbraio, sono successe un sacco di cose.

Ad ogni modo oggi domenica tranquilla, a parte che il tempo non è stato il massimo anzi fa freddo e tira di nuovo aria; giretto al Rastro sul tardi - mai più...andate sul "presto", tipo novemmezza-dieci per intenerci...a mezzogiorno è invivibile, troppa gente e non riesci manco a fermarti a vedere le bancarelle - e dopo mi sono spostato in zona Chueca per trovare un posto dove mangiare un po' tranquillo. La zona è piena di piccoli negozietti e locali carini, e c'è anche una specie di mercato coperto tipo quello di San Miguel che c'è vicino a Plaza Mayor, solo che questo è su più piani e c'è anche in cima una terrazza dove si può mangiare, tutto molto carino.
Tornando indietro a Puerta del Sol ho pure assistito allo show di un mago (uno dei tanti artisti che affollano la piazza), e questo la dice lunga sul mio mood domenicale; comunque accidenti questo era bravo!
Ma non c'è tempo per queste quisquilie, siccome non vedo tanto così più in là del mio naso, ieri non ho fatto la spesa e dunque se non voglio mangiare il toner della stampante domani in ufficio, mi tocca andare in missione alla ricerca di un supermercato aperto la domenica pomeriggio dopo le 5...beh in centro è più facile costruirne uno da zero mi sa.
Alla fine trovo un supermercatino piccolo di cinesi a due isolati da casa...domani mi organizzo meglio và!
Ecco, bravo.

Questa è la facciata di uno dei palazzi intorno a Plaza Tirso de Molina, vicino a dove inizia il Rastro: boh, mi piaceva!


Mentre il sole va giù (anche se c'erano le nuvole) e il cielo si scurisce sempre di più, pensando che sono già a metà progetto mi viene in mente questa canzone:


Vado a farmi il panino per domani intanto che la ascolto va!

sabato 14 marzo 2015

Slow Saturday

Stamattina essendo mattina non c'è nessuno in giro, così decido di andare a fare colazione e poi in centro. La giornata comincia subito nel migliore dei modi, perchè trovo un posto che fa colazioni a buffet tipo hotel, ci vado matto; mi preparo un bel piattino con wurstel, uovo fritto, bacon e jamon da una parte, e un altro con pane, burro, marmellata e brioche...caffelatte e succo d'arancia completano il mio discreto e modesto vassoietto. Ma chi m'ammazza?
Un po' appesantito, mi dirigo verso Puerta del Sol, la giornata è bellissima ma tira vento freddo mannaggia, meglio fare un giro alla fnac e ridere nel reparto film e dvd per le traduzioni in spagnolo dei film.
Verso mezzogiorno la mia coinquilina mi chiama e mia fa: Brunch?
Che domande, certo che sì.
Si dà il caso che a Sol ci sia una pasticceria che ogni volta che ci passi davanti e vedi le vetrine dici Madonna quante robe buone, prima o poi entro e mi sfondo; bene, è la suddetta pasticceria il luogo prescelto per la nostra seconda colazione-spuntino-pranzo. Beh ragazzi, ho preso 'na fetta di torta che stava un sogno: panna e fragole, roba classica ma fantastica.

Oggi pomeriggio invece sono andato al parco di Arganzuela, zona sud della città, lungo il fiume Manzanares; molto bello, il parco sembra nuovo di pacca più o meno, certo con gli alberi fioriti dev'essere tutta un'altra cosa eh, comunque vale la pena.
Soprattutto spiccava una passerella pedonale copra il fiume molto particolare, che è diventata un po' il simbolo architettonico della zona, la passerella Perrault. In realtà è spezzata in due tronconi, ed è racchiusa in un involucro metallico tipo elicoidale, con una forma che ricorda quella della doppia elica del DNA; di sicuro impatto, come si vede da questa foto:


Oggi in un centro commerciale ho sentito questa, e mi è rimasta in testa anche quando attraversavo la passerella futuristica, ci stava pure bene!


Ps: ieri dovevo andare in camera di commercio e non mi stavo un attimo orientando bene dalle parti di Nuevos Ministerios, mi ha fatto strada una ragazza di Orsara Bormida (AL), qui da due giorni.
Ma puoi?
Grande Fede!

giovedì 12 marzo 2015

Stop, caballero!

Oggi penso si sia sfiorato il record mondiale di tutti i tempi di persone stipate in un vagone della metro; dovevo andare in camera di commercio, esco di casa tutto bello tranquillo ma scopro che all'ora di punta del mattino, la metro non stava già passando da più di un quarto d'ora, e le persone sulla banchina cominciavano ad aumentare pericolosamente. Passano alcuni minuti e passa un treno vuoto che non si ferma (scuola guida per metro-tranvieri? indagare), seguito da un altro treno stra- e dico stra-pieno di gente, che non ci stava nemmeno un piedino, per cui aspetto quello dopo; intanto si accumula ancora più gente ovviamente, si respira nervosismo solido e sbuffi di ogni genere aleggiano nell'aria. Siccome sono già in ritardo capisco che devo assolutamente prendere il prossimo treno, per cui mi metto in pole position con sguardo da duello western con gli altri.
Arriva un treno di nuovo pienissimo, ma io e praticamente tutti gli altri che sono lì ad aspettare cerchiamo di salire, spintonandoci l'un l'altro: ci sono stato alla fine, ma penso che le lamiere del vagone si siano bombate un po' dalla gente che c'era...uff.

Vabbè invece stasera siamo andati di nuovo sul mirador del Palazzo delle belle arti, e c'era di nuovo un bel tramonto, vedi foto allegata qui sotto: cavolo ma qui a Madrid ci sono sempre dei bei tramonti!


Su in cima a questa terrazza c'è un bar, e pure questa musica dalle casse del bancone, niente di più azzeccato credo.


A parte che era pure la musica della scena iniziale di Watchmen, quindi mille punti in più per questo.

Comunque la cosa più figa della giornata è stata oggi quando stavo cambiando metro: nel tragitto a piedi sotterraneo da una linea all'altra, c'erano tipo i controllori che giustappunto controllavano i biglietti; bene io non me ne sono accorto subito, avevo la musica nelle orecchie e passo bellamente oltre, quando vengo apostrofato da uno dei suddetti che grida in mezzo al corridoio

Ehi caballero!STOP, CABALLERO!
Cioè figo no?



martedì 10 marzo 2015

La donna invisibile

Nel vecchio appartamento, se vi ricordate, avevamo una fantastica donna che veniva il mercoledì a fare le pulizie, che probabilmente mi odiava perchè entravo in casa sempre quando aveva appena pulito il pavimento in corridoio, manco a farlo apposta.
Anche qui nel nostro fantastico nuovo piso, il padrone di casa ci ha detto che non dobbiamo assolutamente preoccuparci di nulla, perchè una volta la settimana viene la famigerata donna delle pulizie.
Tra di noi è tutto un Wow, perfetto, che culo, evvai, e cose così.
Peccato solo che abbia omesso un piccolo particolare: questa donna è invisibile all'occhio umano.
Gli inverni passano, le mamme imbiancano e sul pavimento cominciano ad apparire cose, tra cui covoni di polvere tipo west.
Avendo abbracciato pratiche di resistenza passiva, non-violenza e altre filosofie new age,
decidiamo di adottare la tattica della pazienza (leggi: pigrizia), che è la virtù dei forti, convinti che prima o poi se Maometto non va alla montagna, l'appartamento si muova da solo e vada in un autolavaggio, tipo il castello errante di Howl.
Non cedere, ricorda che la goccia scava la roccia.
Solo che domani viene qui in visita from Alessandria, Italy, la nostra super tutor italiana a vedere se va tutto bene e altre faccende burocratiche, e tra una cosa e l'altra mi sa che stasera ci toccano le grandi pulizie di primavera (attento a non affaticarti troppo neh, mi raccomando).
Spugne, scope e aspirapolvere visibili al'occhio umano si affiancheranno alla nostra super eroina invisibile, che sono sicuro sia da qualche parte in casa col suo mocio invisibile che fa il suo lavoro...devo solo stare attento al minimo movimento sospetto, tipo poltergeist, per capire dove sia.

Intanto vi metto un'altra foto che ho fatto domenica a Segovia, dalla torre dell'Alcazar: non vi viene voglia di andarci subito?



Direttamente dai Guardiani della Galassia, oggi il sole mi fa fischiettare questa mentre torno a casa:


Ps: dalla regìa mi hanno appena comunicato che stamattina è passata la donna delle pulizie.
Pigrizia 1- Iniziativa 0
Tiè.

domenica 8 marzo 2015

Miradores che passione

Con la domenica totalmente a disposizione e senza alcun programma ancora definito, oggi mi sveglio preso per godermi la mattinata, e esco di casa fresco fresco alle ore 8.15, segnatevelo.
Madrid la domenica mattina presto con una giornata così è uno spettacolo: niente e nessuno in giro, puoi permetterti di attraversare le strade centrali tipo il Paseo del Prado col rosso, i negozi sono ancora tutti chiusi, solo qualche timido bar osa fare qualche cappuccino per quelli come me.
Bene, allora decidiamo cosa fare: il Rastro.
Il Rastro è il famoso mercatino delle pulci di Madrid; una volta era più per l'antiquariato e l'usato, come tutti i mercatini dovrebbero essere, adesso è ormai di tutto di più, un mercato normale un po' più grande, che si sviluppa lungo una via sotto Plaza Mayor, nel quartiere Lavapiès.
A quest'ora comincia già ad esserci gente, ma è ancora vivibile, e c'è un po' di tutto...si sta bene, c'è il sole e ci sono un sacco di cose curiose o che mi viene voglia di comprare ma la mia saggezza (?) me lo impedisce bruscamente, facendomele segnare però nella mia lista mentale dei forse.
Tornando indietro scopro con sorpresa e sorriso che finalmente hanno tolto tutta l'impalcatura davanti al palazzo principale di Plaza Mayor, per cui adesso posso per la prima volta vedere tutto completo e restaurato: molto bello.
Per il pomeriggio invece decidiamo con gli altri ragazzi di andare a Casa del Campo, un enorme parco che c'è nella periferia ovest, dietro il palazzo reale; c'è pure lo zoo acquario, ma magari un'altra volta....il parco comunque è carino, molto diverso da quello del Retiro dove siamo già andati più volte; questo è più selvaggio, con prati, piante e sentieri sterrati, mentre nel Retiro ci sono sentieri e aiuole curate, ordinate e geometriche.
Per fare un esempio che conosciamo, è un po' la differenza che passa a Torino tra il Parco del Valentino (Retiro) e quello della Pellerina (Casa del Campo); due ore di siesta su un prato all'ombra degli alberi dopo, decido di rientrare in centro per andare a vedere il tramonto sulla cima del palazzo delle belle arti, alla fine della Gran Via, quasi in Plaza de Cibeles; il fatto è che tempo fa in un punto informativo mi han dato anche una specifica guida sui punti panoramici di Madrid, e pian piano me li sto facendo tutti, è bellissimo vedere la città dall'alto.
Qui la salita al mirador costa 3 sacchi, ci si arriva con l'ascensore e la terrazza panoramica è molto grande e affollata: questa è la vista da lassù.


La colonna sonora di questa domenica è una musica che ho sentito al mercatino stamattina, molto adatta alla giornata: questa sì che è un po più tipica, và.


Al prossimo mirador!

sabato 7 marzo 2015

Segovia, promossa

Gruppo Vacanze Piemonte in gita / 3 : si va a Segovia.

Giornata bellissimissima, prendiamo il bus per andare in questa cittadina della Castiglia-Leòn e ci mettiamo circa un'ora e mezza. L'impatto è da subito positivo, perchè appena scesi alla stazione dei bus, siamo subito nel centro storico, e dopo pochi passi vediamo già l'acquedotto, il monumento-opera più famoso di Segovia e simbolo della città.
L'acquedotto è decisamente imponente e passa in mezzo alla città: alla faccia.
Davvero-davvero niente male; in un ufficio del turismo organizzatissimo prendiamo una mappa della città, e il tizio dietro al bancone ci segna le cose più importanti da vedere, suggerendoci anche percorsi di andata e ritorno diversi per vedere più cose, apperò che gentile.
La via centrale che porta alla cattedrale è carina, piena di negozietti -vabbè ovvio- turistici e ristorantini più o meno tipici, e si arriva in plaza Mayor, al lato della grande cattedrale: fuori bellissima, dentro pure. Stile gotico, ma colore giallo: molto particolare, di solito sono abituato a cattedrali gotiche prevalentemente bianche o grigie, questa così gialla sa molto di moresco, arabo e cose così; d'altronde quasi tutti i palazzi nel centro storico hanno le facciate decorate con arabeschi.
L'interno della cattedrale è molto bello, le volte e gli archi sono spettacolari, sullo stile tardo gotico fiammeggiante: non è ricca come quella di Toledo, ma fa la sua figura eccome. Il campanile è imponente e si può anche visitare fino alla cima, ma che diavolo, sono già le 2 s'è fatta 'na certa, come si dice...e poi famissima.
Il piatto tipico di Segovia è il Cochinillo, un maialino da latte arrosto, ma ammazza quanto costa. Noi poveracci cerchiamo qualcosa più a buon mercato e finiamo in un posticino che ci schiaffa sul tavolo un tegamino pieno di patate con due uova fritte e del jamon serrano sopra: fantastico.
Belli soddisfatti e con la pancia piena ci avviamo con tuuutta calma verso l'Alcazar (il castello), che domina la città dall'alto, un po da lontano. Mmmh, tutto sommato la visita al castello non mi entusiasma, però si può anche solamente salire sulla torre, per cui decido di fare quello; molti desistono, dal momento che all'entrata della torre c'è un minaccioso cartello con scritto "Attenzione: 192 scalini"...pfff, sai che roba, me li mangio sti 192 pippini.
Io e il mio fiatone arriviamo in cima mano nella mano, ma la vista è stupenderrima: si vede da una parte tutta la città con la cattedrale enorme in mezzo, e dall'altra tutto l'altopiano circostante, e le montagne innevate sullo sfondo.
Wow.
Ecco due euro spesi bene.
Tappa bar, tappa siesta al sole e tappa bagno; torniamo lentissimamente indietro passando per le mura che circondano la città, giusto per compare un braccialettino tutti uguale (yeeeee!) e per fare ancora qualche foto dall'acquedotto al tramonto, ripeto bellissimo.
Qualcosa del genere:


In mezzo a tutto sto mix di persone e culture, mentre camminavo per le strade del centro storico mi è venuta in mente questa canzone, un po' balcanica e orientaleggiante, che fa parte della colonna sonora di un film tra l'altro:


Torniamo a Madrid al calar delle tenebre, e dopo qualche tapas e una caraffa di sangria in un locale carino, le nostre parole farebbero rabbrividire non solo qualunque studente erasmus, ma qualunque persona sotto i cinquant'anni che si trovi il sabato sera a Madrid:

casa, doccia, tisanina, ibuprofene e copertina.

venerdì 6 marzo 2015

Hasta lunes!

Qui il venerdì più o meno tutti lavorano solo mezza giornata; capita dunque che alle due di oggi pomeriggio il mio capo mi dice Basta dai, stappiamo una bottiglia! Così.
La giornata era bellissima, al sole faceva caldo, per cui ci siamo praticamente messi a pasteggiare con salame, stuzzichini e una pentola di ceci, io e lui su delle sedie sdraio nel suo giardino, di fianco alla piscina (apperò, si trattano bene i signori eh).
Lui mi parlava di come va il commercio con la cina, dei piatti e della cucina dei vari paesi in cui ha viaggiato, eccetera eccetera; in tutto ciò ho scoperto che bene o male sto facendo progressi con lo spagnolo, perchè incredibilmente ho capito tutto, non solo: probabilmente sotto effetto del vino, rispondevo pure e parlavo a mia volta (a  pensarci meglio, può anche darsi che credessi di capire, e comunque chissà che cavolo dicessi). Finiamo con un bel superalcolico al pompelmo in una misteriosa bottiglia di vetro blu.
Hasta lunes!
Si si, hasta lunes: prima devo arrivare a casa, che con tutto sto ribera del duero potrei anche finire all'aeroporto.
Comunque si sente nell'aria che è venerdì pomeriggio: sulla metro tutti sono allegri e parlano, il confronto con gli altri giorni è notevole: ma può anche darsi che abbia preso un vagone pieno di gente allegra eh, claro.

Cosa abbastanza strana, sono due giorni che una traversa sotto casa mia è piena zeppa di vecchietti, in coda da un lato per non occupare proprio tutta la via. Mah.
Oggi la mia coinquilina mi dà delucidazioni sull'argomento: praticamente sono in processione per andare a baciare i piedi di una statua in una chiesa a due isolati da qui.
PREGO?
Sì sì, guarda, l'ho visto oggi al telegiornale.
Ammazza.
Ma vedeste che casino di gente c'è. Tutto il giorno e tutta la notte, ci sono pure delle panchine e sedie disseminate lungo la via, alcune perfino con dei rudimentali telai intorno con un telo di plastica sopra, tipo serra: cioè questi stanno lì in coda tutta la notte capito?
Manco il budello di alassio ad agosto.

La foto di stasera ci fa notare la bellissima serata di oggi, col cielo azzurrissimo e limpido al crepuscolo mentre ero a passeggio nella Gran Via, bello bello.


Canzone che ho sentito nel locale dove siamo andati a bere stasera, ok che non è esattamente un sound spagnolo, ma che diamine.



mercoledì 4 marzo 2015

Air John Lennon

La mia professoressa di storia dell'architettura, a volte parlava dei non-luoghi: aeroporti, centri commerciali, luoghi di transito, cose così...tra cui anche la metro.
Beh, non è così: la metro non è un non-luogo, ma letteralmente un intero universo parallelo.
In questo universo parallelo si incontrano ogni giorno i personaggi più strani come quelli più normali, ma soprattutto è pieno di gente che suona o agli angoli nelle stazioni o proprio nei vagoni della metro.
In questo mese in cui ho preso la metro tutti i giorni, ho visto svariati personaggi più o meno curiosi, tra cui:
ragazzi normalissimi che suonavano la chitarra e cantavano anche bene;
un tizio che faceva nientemeno che spettacoli di magia in un angolo della stazione;
una tizia che entrava nel vagone della metro e appena il treno partiva si metteva a piangere seduta a terra chiedendo l'elemosina, poi alla fermata dopo si alzava, prendeva e usciva come se niente fosse;
svariati tizi che salivano sulla metro e tenevano discorsi sulla precarietà del lavoro, la crisi e naturalmente almeno con tre o quattro figli da sfamare;
un uomo che suonava il violino in metro ma roba tipo strappalacrime, struggente, che in confronto il papà di Fievel Toposkovich faceva musichette allegre per bambini;
intere band di sudamericani con tromba, trombone, contrabbasso, fisarmonica e chitarra, tra l'altro anche bravi;
ragazzi vestiti da indiani pellirossa che suonavano malissimo un flauto di pan;
due ragazze che ballavano nel vagone;
svariati chitarristi;
svariati percussionisti;
insomma, un po' di tutto, fino a stamattina, quando ho visto lui: un mito.
Nel vagone a un certo punto sento risuonare le note di Woman di John Lennon...mi giro è c'è un ragazzotto ciccione dai tratti sudamericani, con la tuta dell'adidas, un altoparlante portatile e un microfono, che canta con sentiment...ehi, momento, momento, momento: a guardarlo bene, i movimenti delle labbra non sono per niente in sincrono con la canzone; anzi, a guardalo bene sembra proprio che faccia BA BA BA come i pesci, apre e chiude la bocca e basta: in effetti la voce che si sente è solo quella di John Lennon.
A un certo punto tira fuori un fazzoletto e si soffia pure il naso, ma la canzone va avanti senza problemi: alla fine, anzi prima della fine della canzone, smette pure di fare finta di cantare, e passa direttamente col bicchierino mentre ancora sfuma la canzone.

Air John Lennon.
Mitico.
C'aveva pure qualche soldino, nel bicchiere,

Oggi abbiamo una foto dell'entrata del Caixa Forum, dove ormai passo tutte le mattine per andare alla metro: molto molto bello sto centro; se non ci siete ancora stati, stateci.


Naturalmente stasera facciamo tutti quanti pratica di air singing, si sa mai.


martedì 3 marzo 2015

Il lunedì sera state a casa, divano e plaid.

Ah, ora che siamo in centro sì che cambia tutto!
Almeno si esce tutte le sere, se non altro a fare una passeggiata in centro.
Bene: il centro di Madrid il lunedì sera è come più o meno il lunedì sera di Albenga; nessuno in giro, strade e piazze deserte, locali chiusi o vuoti e persino l'eco di cani che abbaiano...roba da provincia insomma.
Eh ma sarai andato in zone residenziali, o un po' fuori...no no stiamo parlando di Sol, Plaza Mayor, cose così.
Beh comunque fa bene allo spirito come si dice, uscire un po' e sentire che non fa più così freddo e bere una birra già nei tavolini fuori (bum!).

Ecco come si presenta la via del nostro appartamento il lunedì sera:



Oggi invece nebbiona, pioggerellina e ottobre inoltrato, uffa.
Vabbè comunque ieri sera, in una Madrid come si diceva semideserta, abbiamo deciso il piano diabolico di fare la pizza e invitare un po' di amici domani sera, giusto per farci riconoscere dai vicini; per cui oggi spesona, e stasera impastone.
Ah, e ovviamente Creedence mentre si impasta.


Ah ho ricomprato gli yogurt: riparte lo sfidone a finirli prima della fine del mese.


domenica 1 marzo 2015

El Escorial, tra smart abuelos e sceriffi in borghese

Gruppo Vacanze Piemonte in gita: si va all'Escorial.

Trattasi di un complesso residenziale dei re di Spagna, che fu anche chiesa e monastero ed è perfino patrimonio Unesco: e allora, andiamo a vederlo.
Al terminal degli autobus da dove partiamo, ci accorgiamo subito che non è esattamente la meta preferita dai gggiovani madrileni o turisti; l'età media degli altri escursionisti si aggira intorno agli 850 anni, probabilmente alcuni di loro hanno pure partecipato ai lavori di costruzione dell'edificio.
La giornata alla fine è piuttosto bella, sole e qualche nuvole, anche se le previsioni davano decisamente più brutto.
Comunque.
All'ingresso del castello-monastero-chiesa-qualunquecosasia, vige l'anarchia più completa: bisogna far passare le borse ai raggi x e si entra uno alla volta, ma invece di una bella fila ordinata si accalca una folla di anziani attorno al misterioso congegno, e rimaniamo intrappolati nella calca di simpatici vecchietti che ridono, fanno battute, si sentono in gita scolastica e naturalmente saltano la fila.
Nel turbine di rughe e dopobarba che ci avvolge, notiamo che ci sono anche alcuni smart-abuelos che si fanno le foto col telefono, pure.
Vabbè; tento almeno di fregare la bigliettaia chiedendole lo sconto per studenti e sfoggiando la mia tessera del Poli, ma l'astuta biondina deve saperla lunga su tutti gli stratagemmi per pagare meno di tutti gli anziani che transitano di lì, per cui mi chiede anche la carta d'identità, e con un sorriso che diceva 'C'hai provato, bello', mi fa pagare con una certa soddisfazione il bigliettone intero.
Già partiamo male; vabbè comunque visitiamo tutto l'ambaradan, ma non è che mi abbia entusiasmato più di tanto, anzi: non lo consiglio particolarmente. I giardini però sono carini.
Da sottolineare il dialogo che ho tenuto con una delle custodi in una stanza con dei dipinti:

-Si possono fare foto?
-No.
-Senza flash?
-No.
-Solo una?
-Alla prossima vai fuori.

...
...come scusa?
ALLA PROSSIMA VAI FUORI.

Cioè capito?
Evidentemente devo aver chiesto allo sceriffo del west.

Comunque tornato a Madrid ho fatto ancora in tempo a fare un giro al parco del Retiro, pieno di gente e maghi attorniati da bambini; questa è una foto del laghetto con le coppiette in barca:


Ah, l'appartamento nuovo è bellissimo; sul tardi sono andato a fare un po' di spesa, e passando davanti a un bar con i tavolini fuori si sentiva questa,  da aperitivo domenicale.


Alla prossima vai fuori.
cioè capito?

sabato 28 febbraio 2015

Bulldog

-Visto che in tutte le guide di Madrid di tutto il mondo il tour dello stadio Bernabeu è inserito come una delle cose assolutamente da fare
-Visto che è un mese che vivo davanti al suddetto stadio
-Visto che ci passo davanti tutte le mattine e tutte le sere
-Visto che un po' sono incuriosito
-Visto che la mia ultima mattina in questa zona,

decido di andare a fare sto benedetto tour.
A parte che con diciannove euro potevo fare taaante altre cose, è comunque un bel sabato mattina di sole, almeno la vista del terreno di gioco dall'altro è di un bel verde luminoso, fa piacere.
Il museo è una continua e incessante esaltazione del Real - Genio, cosa ti aspettavi allo stadio del Real ?
Ok ok, ma per uno che non è troppo avvezzo a ciò, tutto il tour ha un sapore orwelliano di lavaggio del cervello.
Le coppe sono belle, gli spogliatoi (ora la dico grossa, attenzione) sono quasi (quasi eh, non vi allarmate) come quelli della Santostefanese FC, squadrona-catenaccio in cui ho militato in gioventù, solamente un po' fatti meglio e con la foto del giocatore sull'armadietto.
Il magnifico fotomontaggio che ti fanno obbligatoriamente a metà percorso con uno dei giocatori del Real si paga, se si vuole, all'uscita ben 10 sacchi...mah, mah. Vabbè dai, anche questa è fatta.

Ecco una vista da un corner:



Invece poi tornato a casa ho radunato tutte le mie cose, e ho scoperto che sono almeno raddoppiate, perchè la valigia non si chiudeva praticamente più e ha assunto quasi una forma sferica talmente era piena, e in più avevo oltre allo zaino, una di quelle borse blu dell'ikea piena zeppa di roba.
Ma com'è possibile?
E' evidente che le mie cose hanno assorbito umidità e sono raddoppiate di volume.
Oppure ho comprato un sacco di stupidate in sto mese.
Beh comunque ho detto ciao ciao alla mia stanzetta, e mi sono spostato davanti al Prado in un appartamento muy muy precioso, davvero carino; alla sera uscita in centro...cammina cammina, si finisce nella zona di Chueca, molto carina ma....ehi, aspetta un attimo.
Andate a controllare su wikipedia.

Siamo entrati in un locale che si chiama Bulldog, e del quale la canzone sottostante è la migliore descrizione che posso dare.



Bevuto una birra in fretta, dritti a casa a guardare art attack alle 2 di notte in espanol.
Proviamo sto materasso nuovo va!


venerdì 27 febbraio 2015

Atardecer

Come dicevo ieri, oggi è l'ultimo giorno in questo appartamento; ciò vuol dire che è passato già un mese, anche se mi sembra siano passate sì e no due settimane a dir tanto.
Il giudizio su questo appartamento e sulla zona lo farò naturalmente dopo averlo confrontato con quello in cui mi sposterò domani; di sicuro per andare al lavoro, questo è più vicino, l'altro è in centro, quindi penso che la zona sarà più bella e viva.
Mah; comunque devo ancora fare valigia e tutto il resto.

Ad ogni modo, oggi ho approfittato del pomeriggio libero per andare in centro a fare una passeggiata, cosa che incredibilmente non accadeva da due settimana, tra una cosa e l'altra; la giornata era bellissima, così ho deciso di andare a vedere il panorama della città da punto panoramico di Plaza de Cibeles, al fondo della Gran Via, e dopo aver girovagato per alcune belle viuzze della zona di Atocha, arrivo a comprare il biglietto per salire al Mirador giusto giusto per il tramonto, oh yes.
L'edificio dove si deve salire è il Palacio de Comunicaciones, che ho scoperto poi essere la sede del Comune di Madrid; dentro è bellissimo, a parte l'installazione di arte contemporanea di pozzanghere su ruote (davvero, nell'atrio centrale ci sono delle specie di porzioni quadrate di selciato infossate nel centro e con l'acqua dentro, montate su rotelline: come dicevo, pozzanghere su ruote, mah).
Vabbè vabbè sempre lì a criticare: muoviti che fra un po' chiude e tu hai pagato due euro di biglietto per niente.
Su su su, arrivato in cima effettivamente la vista è bellissima, poi con la giornata e il cielo che c'erano oggi, ancora di più.
La cosa bella di sto punto panoramico è che puoi vedere la città a 360 gradi, dalla piazza davanti con la  Gran Via e il traffico di macchine-formichine delle 7 di sera, al parco del retiro dietro; non solo, praticamente Madrid è su una specie di altopiano in mezzo alla Spagna, senza colline intorno e montagne lontane, quindi si vede lontanissimo, verso l'infinito e oltre tanto per citare Buzz Lightyear.

Dunque, la foto di oggi non può che essere lo skyline che si vedeva da lì giusto giusto quando il sole tramontava:


Visto che è venerdì e visto la giornata splendida, canzone da cantare in giro col sole.


Commento finale da vecchio per rompere tutto il romanticismo del tramonto prima di scendere dal mirador:
certo che appena va via il sole fa subito freschetto, neh.

giovedì 26 febbraio 2015

La tomba solitaria di Yogurt "Fresa" Shultz

Questa è una storia a metà tra il fragoloso e l'acido.

Olim erat uno yogurt alla fragola con scadenza venti febbraio duemilaquindici; uff, è così in là che prima che sia il venti ne ho già mangiati altri duemilaquindici, pensò quello che lo comprò.
Così lo portò in casa, e lo mise sul suo ripiano del frigo insieme ad altri suoi tre amici fragolosi (sono pacchetti da 4 yogurt) e a un po' di altre cose: salumi, formaggi, latte, persino un pochino ino ino di frutta.
Le foglie cadono, gli inverni passano e lui vede gli altri a poco a poco sparire, il ripiano popolarsi di nuovi arrivati, e così via in quello che lui definì Il grande cerchio della vita frigorifera; dal momento che quasi tutti in frigo erano più giovani di lui, nessuno sapeva che quella frase l'aveva presa da uno dei film che amava guardare nelle lunghe notti a 4 gradi C, per cui passava anche un po' come filosofo agli occhi degli altri.
Le prime volte che la porta del frigo si apriva, sperava che fosse il suo turno; dopo due settimane, la luce che si accendeva divenne per lui solamente fastidiosa. Si rintanò in un silenzio meditabondo, abbandonato a poco a poco da tutti, in un angolo dietro al cartone del latte.
Scadde una mattina ventosa di febbraio, ma fece finta di nulla: rimase al suo posto, schiena dritta e petto in fuori con la scritta Fresa in bella mostra, si sa mai che qualcuno lo vedesse.
Intanto, qualcosa dentro di lui cambiò: i giorni passavano, e sentiva dentro di sè una specie di evoluzione, qualcosa che lo rendeva diverso: nello spirito, nella consistenza ma soprattutto nell'odore.
Rimase sempre più solo, il ripiano a poco a poco si svuotò di tutto e tutti; finchè una sera di fine febbraio qualcosa accadde.
Quando le ultime speranze stavano abbandonando, venne preso all'improvviso da una mano curiosa, e prima che se ne rendesse conto, venne aperto, odorato, assaggiato e nel giro di poco, buttato.
Lui non lo seppe mai, ma di fragoloso aveva ancora ben poco a parte l'etichetta: si era infatti tramutato in un vero e proprio prodotto caseario a media stagionatura.
Nel baratro plastico in cui cadde, ritrovò alcuni amici che aveva visto poco tempo prima in frigo, i quali lo accolsero come un vecchio amico, sollecitandolo a raccontare anche la sua esperienza, come tutti facevano non appena arrivati lì: con tutta la dignità di un eroe di guerra, si alzò in piedi e si fece spazio tra bucce d mandarini e gusci di uova rotti, e schiaredosi la voce incominciò:
Olim erat...

Stasera rendo omaggio al vasetto ignoto, un eremita al fresco; non ho mai messo foto in bianco e nero, ma in questo caso rende bene la drammaticità della scena:


e dedico pure una canzone alla sua anima rock e maledetta, senza paura.


Ps: domani è il mio ultimo giorno in questo appartamento, ecco perchè il mio ripiano si è svuotato a poco a poco in questi ultimi giorni; non ho più fatto spesa per finire tutto quello che c'era, ma mi ero dimenticato di quel vasetto; l'ho visto stasera finendo il latte, che punk che sono.
Beh, abbiamo più o meno vissuto in questo posto per tanto tempo uguale.
Mentre lo assaggiavo mi è venuta in mente quella scena di Notting Hill:

Spike: C'è qualcosa di strano in questo yogurt.
William: Non è yogurt, è maionese.
Spike: Ah, allora è buona!